Martedì
15
Agosto 2023
Cos’è il neuromarketing? È una branca del marketing che studia il comportamento e le emozioni del consumatore durante l’acquisto di un prodotto o servizio, sia online che offline.
Questa disciplina infatti studia come le emozioni possono cambiare la percezione di un brand o prodotto e farlo apparire migliore, al punto di giustificare anche un prezzo elevato.
Le emozioni infatti innescano processi mentali a livello inconscio che influenzano le nostre decisioni di vita quotidiana. È ormai assodato che emozioni come rabbia, gioia, dolore, serenità o frustrazione possano farti prendere decisioni diverse e, se applichiamo questo concetto al marketing, possiamo influenzare anche le decisioni d’acquisto.
Il neuromarketing può ad esempio aumentare le vendite sul tuo Ecommerce oppure spingere i lettori dei tuoi articoli online a prenotare una consulenza.
Uno spunto di neuromarketing si vede anche nel significato dei colori e nelle emozioni che trasmettono a chi li vede.
Il termine neuromarketing è stato coniato da Ale Smitds nel 2002 e deriva dall’applicazione delle conoscenze e delle pratiche neuroscientifiche al marketing tradizionale.
Grazie allo studio della psicologia e della neurologia applicata al marketing si può ottenere una completa comprensione del consumatore e si possono così attuare strategie di vendita sempre più efficaci.
Questa nuova disciplina permette di applicare tecniche complementari al marketing tradizionale e risolvere in parte i limiti di quest’ultimo, ovvero:
Con studi approfonditi di psicologia comportamentale e neurologia, si può arrivare a capire veramente la percezione dei clienti rispetto ad un prodotto/servizio.
Ora che hai capito cos’è il neuromarketing vediamo alcuni esempi pratici a cui, probabilmente, assisti tutti i giorni senza saperlo.
Tutti noi scegliamo quasi sempre il prodotto più conveniente negli acquisti ma sei sicuro che esso lo sia davvero o è solo una nostra percezione?
Se ci presentassero così questa bevanda (immagine uno) probabilmente compreremmo la bevanda da 2€ perché soddisfa la nostra sete ed è la meno costosa.
Se invece, come in questo caso, aggiungessero una terza opzione, la bevanda da 4€ sarebbe la nostra scelta: costa meno di quella grande ma abbiamo quasi la stessa quantità, è davvero conveniente!
Con questa tecnica possiamo:
Il nostro cervello viene condizionato spesso anche da pubblicità che vanno a suscitare una sensazione, come ad esempio quella della sete.
Lo sa bene Coca-Cola che nel suo marketing ha sempre usato immagini delle sue bottiglie dall’aspetto “luccicante” che quasi fanno provare al consumatore la sensazione di aver sete e dover bere.
L’aspetto “luccicante” degli oggetti stimola il cervello antico che associa questa caratteristica all’acqua e ai liquidi in generale, nostra prima fonte di vita.
Puoi sfruttare questa tecnica in diversi modi:
Il neuromarketing permette anche di veicolare l’attenzione del lettore verso una o più parti del testo scritto.
Le immagini sottostanti sono realizzate sfruttando la tecnica dell’Eye tracking che consiste nel tracciare la posizione dello sguardo umano su una foto. Le macchie rosse corrispondono ai punti in cui lo sguardo si è soffermato maggiormente.
Il nostro occhio viene attirato principalmente da:
In questa immagine si può vedere come la nostra attenzione cambia a seconda della posizione e dello sguardo del bambino.
Nel primo caso ci fermeremo a guardare il suo volto, mentre nel secondo siamo spinti dalla curiosità di guardare quello che anche lui sta fissando.
Proprio come accade anche qui:
Puoi usare questa tecnica per:
A volte il neuromarketing cerca di fare leva sulle emozioni dell’acquirente facendolo sognare e commuovere ma anche arrabbiare o abbattere.
Inoltre le pubblicità possono creare un senso di unione e far scattare emozioni e sensazioni positive in chi guarda.
Cos’è il neuromerketing? Chiariamo con un esempio ben applicato nella pubblicità, cioè quello che fa Mulino Bianco per promuovere i suoi Pan di Stelle.
Attraverso questa pubblicità l’ascoltatore prova un insieme di emozioni positive e le associa al prodotto.
Le emozioni veicolate possono anche essere negative e, spesso, sono addirittura più efficaci:
Puoi usare le emozioni per:
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